La cura degli anziani, che siano genitori, parenti o amici, è un compito importante e delicato. Un impegno non facile soprattutto per i figli che si prendono cura dei genitori che invecchiano. Un equilibrio sottile da trovare, quando ci si trova davanti a delicate scelte sulla tipologia di assistenza o sulla gestione economica. Valutazioni soggettive, che toccano fattori significativi come i trascorsi storici della persona e le condizioni familiari, con un unico grande obiettivo: ricercare una serenità che investa tutti positivamente.
Il ruolo del caregiver nella cura degli anziani, ossia la persona che si prende cura di un anziano, è per queste ragioni estremamente complesso, comporta numerose difficoltà e spesso grandi momenti di stanchezza. Un ruolo complicato che deve essere sostenuto anche dal mondo del diritto e della burocrazia.
LA SCELTA GIUSTA NELLA CURA DEGLI ANZIANI: AFFIDATEVI A GIUDIZI AUTOREVOLI
Il compito di essere figli muta inevitabilmente quando i genitori superano una delicata fascia d’età. Nel momento in cui si ha il dovere di farsi carico di un anziano, il segreto è quello di mantenere il più possibile l’equilibrio presente nella vita di ciascuno, accettando di farsi aiutare.
Accade spesso che i figli, osservando la condizione dei propri affetti, vivano di sensi di colpa e si sentano in dovere di prendere importanti decisioni. Ecco che la soluzione migliore può passare dal consiglio di figure competenti, come il proprio medico curante o di uno specialista: professionisti che hanno cioè la possibilità di conoscere la storia familiare e il suo pregresso, potendovi indirizzare ai servizi maggiormente funzionali per il vostro caso.
CURA DEGLI ANZIANI: I DIRITTI DEI FAMILIARI
Il presupposto fondamentale è che tutti i caregiver debbano essere posti nelle migliori condizioni per prendersi cura dei genitori anziani o in condizioni di disabilità. Tra gli elementi da tenere maggiormente in considerazione ci sono, ovviamente, le possibilità economiche e le modalità di assistenza.
In una sorta di gioco di parole, chi assiste una persona cara richiede a sua volta assistenza e quindi alcuni importanti diritti, oltre ad usufruire di determinate agevolazioni, in base al reddito o alla tipologia di lavoro, a seconda che si tratti di un dipendente pubblico o privato.
LEGGE 104
Concede permessi di 3 giorni al mese coperti da contributi a chi deve assistere un familiare con disabilità, ma anche a familiari anziani non autosufficienti, affetti da patologia invalidanti, purché:
la persona anziana abbia almeno 65 anni;
il lavoratore abiti insieme o molto vicino al familiare anziano;
il grado di parentela sia al massimo di terzo grado e non ci siano più parenti di primo o secondo grado dell’anziano da assistere.
Per quello che riguarda invece i dipendenti pubblici, questi dovranno inevitabilmente programmare le proprie assenze per consentire all’amministrazione o all’ente in cui sono in servizio di organizzare il lavoro.
Congedo retribuito di 2 anni
Oltre ai permessi riconosciuti dalla Legge 104, esiste inoltre la possibilità di beneficiare di un congedo retribuito di 2 anni nell’arco di tutta la vita lavorativa per assistere un familiare anziano. Ne hanno diritto i lavoratori dipendenti pubblici o privati, purché siano coniuge, fratelli o figli dell’anziano da assistere. Lo stipendio di chi richiede il congedo di 2 anni per assistere un familiare è pari all’ultima retribuzione percepita al lavoro.
Agevolazioni fiscali
Chi assiste una persona non autosufficiente ha diritto a una detrazione fiscale del 19% per le spese di assistenza fino a un massimo di 10.000 euro. L’agevolazione spetta anche a chi assiste un familiare:
che abbia almeno 80 anni;
entro il terzo grado di parentela;
convivente da almeno 6 mesi;
con un indice Isee inferiore a 25.000 euro.
Nell’ evenienza in cui l’assistente non avesse i requisiti per usufruire di questa detrazione fiscale perché supera il livello di imposte, detiene comunque il diritto al rimborso spese di 1.900 euro l’anno da parte dell’ Inps.
Le condizioni sono però quattro:
deve essere convivente da almeno 6 mesi;
il familiare non deve avere reddito o essere incapiente ai fini fiscali;
deve essere un familiare entro il terzo grado di parentela;
il familiare stesso deve avere almeno 80 anni.
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